“La provincia di Verona (..) e’ terra di castelli diventati ville e morti nello squallore di case coloniche in abbandono; di storia fattasi grano e uva, spenta eco nei dimenticati ricordi del contadino; di potenze e prepotenze ridotte alla quieta normalita’ dell’edera e dell’ortica; di battaglie (..)” (Giosue’ Chiaradia)
La Rocca di Nogarole, infatti, facente parte del sistema difensivo, denominato il Serraglio Scaligero, si trasformo’ in residenza signorile e dimora dei contadini, ed, infine, fu adibita ad azienda agricola.
Ciascun fabbricato della Rocca é stato interessato nei secoli da continui e disomogenei cambiamenti formali, funzionali e strutturali.
L’impianto originario duecentesco, del quale resta solo un fabbricato, ad uso stalla, nel lato meridionale, era massivo, costituito da un incamiciamento murario, per accogliere artiglierie e macchine belliche. I quattro angoli, rinforzati nello spessore murario ed in altezza, erano quattro piccole torri collegate tra di loro.
All’interno fabbricati sparsi e probabilmente anche una chiesa castrense con campanile, nel perimetro un fossato difensivo, lo stagnatorum docte roche. In epoca cinquecentesca la Rocca perse la tipica connotazione militare, a seguito della decisione di riempire le fosse e i terrapieni, le torri difensive furono trasformate in torri colombaie, mentre alle mura si addossarono vari fabbricati ad uso rurale.
La famiglia Barbieri adibi’ dal 1879 l’intero complesso ad un’azienda agricola. A questa epoca risale la maggior parte dei fabbricati:l’attuale residenza signorile, con la chiesetta annessa, la grande barchessa a sei arcate, le residenze coloniche e i vari fabbricati, adibiti a deposito di attrezzi agricoli.
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